Entusiasta dell’esperienza in
Cina, sconvolta inizialmente dalla carenza di igiene e pulizia, oltre al fatto
che le persone si mostravano un po’ cafoni. L’ha molto aiutata la frase-slogan
di Intercultura “…non è
meglio, non è peggio, è solo diverso…”
La colpì molto inizialmente il
fatto che in piena città le galline razzolavano tranquille nella strada, i
vecchietti in pigiama che si avviavano alla toilette pubblica (mancando le case di bagni privati), un poliziotto che
dirigeva il traffico a prima mattina con la paletta in mano, ma in pigiama
anch’egli.
I diversi ragazzi stranieri di Intercultura
che seguivano insieme a lei la scuola, venivano considerati delle vere “superstar”
.
La cosa peggiore è certamente la
mancanza di ordine, ognuno fa quello che vuole, e poi l’inquinamento “in 10
mesi di vita a Lanzhou, non ho mai visto il cielo per colpa dell’inquinamento”
A domanda risponde “Non so se
vivrei in Cina… Dopo un po’ forse mi stancherei, però voglio ritornarci, perché
mi sento a mio agio, la sento casa mia. “
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