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domenica 31 agosto 2014

25 agosto Messico un’antica culla dell’umanità

SORRY, WORK IN PROGRESS -

 Eccoci in Messico, confinante a Nord con gli USA… 
 
la Storia mette vicini due stati che sembrano in contrapposizione tra loro per tutto. Ricordiamo l’esistenza del MURO di separazione che contrassegna il confine tra USA e Mexico per evitare l’immigrazione clandestina che comunque imperversa sotto l’ombrello “protettivo” della malavita che qui, come altrove, la fa da padrone e signore, ricordando come la corruzione sia uno dei problemi maggiori di questa, a volte enigmatica, realtà. Non a caso, infatti, gli alberghi sono pieni di raccomandazioni per i turisti e il centro storico è letteralmente presidiato dalla polizia, che è, a tutte le ore, ad ogni angolo di strada. Il che in genere significa che lo stato non riesce a garantire la sicurezza in tutta la città, ed allora la garantisce in modo capillare solo in alcune zone, il resto è “terra di nessuno”.
Mexico City è una città sempre “in movimento”, rappresenta infatti uno degli agglomerati umani più numerosi del mondo (sembra di oltre 20 milioni di abitanti, più di New York, Tokyo, Londra, Shanghai, tanto per capirci). Si trova ad oltre 2000 m slm e questo (sembra) aiuta il diradarsi dello smog, procurato da un traffico incredibile, chiassoso, lentissimo nelle ore di “punta”, anche se a noi non è sembrato del tutto vero.
La città è dotata di un interessante centro storico con edifici coloniali e post(?)coloniali. Chiese, palazzi, strade, angoli, mura, tutto sembra costruito dopo il fatidico agosto 1521 quando Hernan Cortes con le sue truppe sconfisse definitivamente i nativi, gli aztechi, e da allora, come recita ipocritamente una lapide nel centro storico, “nacque il Mexico di oggi, senza vincitori, ne sconfitti”! Naturalmente questo significa che gli “invasori” fecero “tabula rasa” delle precedenti testimonianze culturali (quindi non solo edifici) cosa che i”civilissimi” invasori europei hanno fatto in maniera egregia in quasi tutto il Mondo.
 Sono con noi Salvatore e Rosetta, viaggiatori anche loro e un pò come noi, pazzi, che condividono alcuni giorni con noi, e la loro amica messicana Carmen molto affettuosa e veramente amica-guida. 
 
In Mexico City abbiamo visitato lo Zocalo, piazza centrale con Cattedrale 

 
e con il Palazzo Presidenziale (un connubio tra i poteri secolare e temporale è molto diffuso qui in Mexico), 

 


il  Campus dell’Università con alcuni interessanti murales, le strade del Centro storico (Patrimonio Unesco)  molto trafficato.

 

 

Poi in due giorni con un tour-taxi siamo stati a visitare:

il Santuario della Virgen de Guadalupe (uno dei Santuari più amati dai fedeli in tutta l’America Latina) 





 

 

 



- Tlatelolco o Plaza de le tres Cultures luogo importante per la storia del Messico: quivi ebbe luogo l'ultima e decisiva battaglia degli invasori spagnoli al comando di Hernan Cortez contro i mexica il 13 agosto 1521 e il 3 ottobre 1968 vi fu un massacro, ad opera delle cosiddette forze dell’ordine, di oltre 400 persone, studenti e lavoratori che protestavano in occasione delle imminenti Olimpiadi messicane.

 



- Xoquimilco, detta anche la Venezia dei poveri con i suoi canali solcati da coloratissime e festosissime imbarcazioni strapiene nei week end.








- Coyoacan affascinante quartiere cultura ove oltre a gironzolare abbiamo visitato la casa-museo di Frida Khalo artista sfortunata quanto brillante 





 




e quella di Lev Trotsky
rivoluzionario russo qui ammazzato da un sicario stalinista nel 1940


 



  
- Teotihuacan, un importantissimo sito archeologico precolombiano (città che nel suo massimo splendore fu la più popolata del continente americano) con la Piramide del Sole, la Piramide della Luna e il cosidetto Viale dei Morti


- il Museo di Antropologia uno degli strumenti per capire il Messico di ieri ove è conservato anche la Pietra swl Sol con il calendario Azteco

- una cooperativa dedita alla produzione di artefatti artigianali, dai liquori ai tessuti, alla lavorazione delle pietre, alle famose pitturazioni su cortecce d’albero.
Abbiamo visto e ascoltato una delle tipiche tradizioni musicali: i mariachi, che, dietro compenso pattuito dopo contrattazione, vestiti con cappelli e abiti eleganti, suonano e cantano le ballate romantiche in voga dopo l’indipendenza del Messico. 

 
Abbiamo anche assistito al teatro del complesso Belles Artes.ad uno spettacolo folkloristico di balli e canti molto interessante e vario, fatto molto bene.

















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