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lunedì 15 settembre 2014

Amazzonia 11-14 settembre


Manaus
Approdiamo in Brasile. Prima tappa: Amazzonia. Che dire...?
L’Amazzonia è come noi l’abbiamo  sempre  pensata nel nostro immaginario e nello stesso tempo è diversa. La foresta, gli animali, i suoni, il silenzio, l’acqua, gli abitanti, le palafitte…tutto concorre allo scenario. Così come la battaglia sempre in atto tra la salvaguardia dell’ambiente e lo sfruttamento delle ricchezze della zona. Naturalmente ci è piaciuta tantissimo, anche se abbiamo sofferto un caldo inimmaginabile. Qui si trova Manauas, città  che conta più di 2 milioni di abitanti, costruita alla fine dell ‘800 soprattutto per il trasporto del caucciù, con il bel teatro Amazonas (fortemente voluto e finanziato dai ricchi commercianti di caucciù che ci tenevano a che manaus diventasse una città da paragonare a parigi e Londra). 
 












Gli interni sono molto curati artisticamente 
 
(come si vedono anche nel film Fitzcarraldo di Herzog[1]  trailer). 
Nel teatro assistiamo anche alle prove di un concerto; concerti e/o rappresentazioni ci sono quasi tutti i giorni dell'anno.



  

 
 
Inoltre presenta un bel mercato municipale, costruito ai primi del ‘900 dai francesi, che è paragonato alla Galleria di piazza del Duomo a Milano. 

Chiaramente, esiste un porto fluviale attivissimo, costruito dagli inglesi alla fine dell’800, di tipo galleggiante perchè tiene conto delle piene del fiume, essendo attraversata dal Rio Negro, le cui acque sono proprio nere, che si congiunge con il Rio delle Amazzoni proveniente dal Perù. Per il resto, la città sembra una cittadina di provincia, con strade malandate e palazzi mal tenuti. Anche qui, sembra che al calar della sera scenda il coprifuoco, con l’eccezione della piazza del teatro, dove ad ogni angolo si svolge uno spettacolo diverso; violinista singolo, gruppo di persone che segue un video di un concerto, o vede un film; poco lontano un’auto diffonde a tutto volume musica brasilera ballabile, ed in fondo alla piazza maestoso il teatro ove quasi ogni sera c’è uno spettacolo.
Non sembra di stare in Amazzonia, ma in un qualunque città sudamericana su di un fiume.

 
 

 
 

 
Resterà nella mente il ricordo della visita al didattico Bosco della Ciencia




















 della gita in battello alla congiunzione dei due fiumi, l’escursione in barcone e la camminata su passerella in legno all’interno della Jungla .  
Le problematiche importanti sull’integrazione (assimilazione) e sui diritti dei nativi non emergono in maniera palese in città, anche se due giorni forse sono troppo pochi per verificarle.
Qui si gioca il futuro del mondo e dell’umanità nella sua totalità !
Non si sentono ne vedono forti problematiche ambientaliste, non si capisce perché!!
Forse perché i brasiliani cominciano a stare complessivamente meglio e quindi sono più interessati ad un proprio piccolo tornaconto rispetto alle problematiche del Polmone del Mondo? Ci torneremo su…

[1] Con Klaus Kinski impresario innamorato dell’opera lirica che, dopo aver ascoltato Caruso, si intestardisce a voler portare l’opera lirica agli indios e per questo compra una nave e le fa risalire il Rio delle Amazzoni, e trasportare a mano dagli indios per trasferirla da un ramo ad un altro del fiume…una sorta di impresa ciclopica; «Chi sogna può muovere le montagne» è quasi il suo motto.
























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