Patagonia
Arrivi
qui con tante aspettative perché Patagonia
è nel nostri immaginario uno dei “viaggi” per eccellenza legata a miti come Magellano, Pigafetta, Chatwin ed è
legato ad una sorta di mostro da assecondare e/o combattere nello stesso tempo
per poi domarlo…. in effetti non è proprio così ma poi…., va be cominciamo con
ordine!
La Patagonia è una regione
argentina con diverse province, caratterizzate da paesaggi in gran parte desertici,
con sullo sfondo le andine vette innevate, da un fortissimo vento, che si
intensifica man mano che ci si sposta sempre più a sud, ed un’aria tersa
paragonabile a quella dell’Islanda.
Gli animali
Iniziamo
la visita da Punta Tombo, una riserva
con 500.000 pinguini, chiamati pinguini magellanei.
Lo spettacolo offerto da questa miriade di pinguini, che in parte si crogiolano
al sole e in parte comunicano tra loro emettendo suoni e versi comprensibili
solo a loro, è, a dir poco, surreale.
Proseguiamo
la scoperta del territorio, fermandoci a PuertoMadryn, da dove possiamo facilmente (?) (naturalmente tutto è relativo in
questa terra dove le strade asfaltate scarseggiano) raggiungere la penisola di Valdes, riserva naturale da
dove si avvistano le balene franco-australi che popolano le acque circostanti.
Inizialmente con le precedenti esperienze in varie parti del mondo, pensiamo di
vedere, forse, qualche spruzzo di acqua, che ci farebbe supporre la presenza di
qualche balena.
Non siamo preparati allo spettacolo che ci attende: a
pochissimi metri dalla riva, balene e orche che emergono e si immergono con
evoluzioni acrobatiche dando vita a performance da “circo”. Nonostante il vento
ed il freddo implacabili, insieme ad altri turisti, assistiamo a questo
strabiliante spettacolo fin quando ce lo consente la nostra resistenza,
dispiaciuti dal dover “mollare”, per la nostra sopravvivenza. Siamo talmente
ammaliati che ritorniamo anche il giorno successivo a godere di questo
suggestivo ed affascinante spettacolo naturale.
In bus notturno che transita anche sul foso Passo de Indio ci
spostiamo non senza emozioni, a Esquel, cittadina
mineraria tra le Preande, dove prendiamo il Vejo Treno Patagonico, La Trochita,
che
effettua un breve percorso tra le montagne, fino ad un piccolissimo villaggio
di popolazione Mapuche con un piccolo ma significativo Museo.
A
proposito di diritti e di lotte per la loro affermazione, ad Esquel forte è una
sensibilità ecologica che in questo periodo si concentra sull’opposizione
(molto diffusa e sembra compatta) all’apertura di una miniera d’oro.
Poi,
passando per la carina Bariloche su un bel lago,
raggiungiamo piu a Sud la cittadina di ElCalafate, sulle rive del suggestivo lago
Argentino, circondato da ghiacciai e montagne, con incredibili colori che
vanno dal verde acqua al celeste.
I ghiacciai
Da
El Calafate, visitiamo due spettacolari ghiacciai: il famosissimo Perito Moreno
e Uppsala.
Il Perito Moreno, considerato il più grande
ghiacciaio del mondo, si getta nel lago Argentino e si offre in modo
spettacolare alla vista dei visitatori
attraverso un giro in catamarano che permette di vederlo da vicino, con blocchi
di ghiaccio che nella parte finale sembrano guglie di una cattedrale e da una
camminata su passerelle proprio di fronte al suo “fronte”.
Ghiacciaio che si scioglie in acqua in modo fragoroso!
Ghiacciaio che si scioglie in acqua in modo fragoroso!
Il ghiacciaio Uppsala anch’esso sfocia nel
lago Argentino dando luogo ad affascinanti iceberg, alcuni dei quali di un
incredibile colore turchese, dovuto ad effetti ottici ( il ghiaccio è sempre
bianco!) e, come dice Mimmo, il Presidente della nostra combriccola, “frammenti disperati si staccano come
naufraghi abbandonati”.
Durante la gita incontro con Helena ed Franco (con famiglie) due simpatici ragazzini argentini di Quilmes con i quali abbiamo anche fatto la foto con la Bandiera della Pace.
Durante la gita incontro con Helena ed Franco (con famiglie) due simpatici ragazzini argentini di Quilmes con i quali abbiamo anche fatto la foto con la Bandiera della Pace.
El Chalten
Come
dice il presidente Mimmo “In mancanza di
una propria storia, è la natura stessa che la esprime nel Fitz Roy con le guglie gotiche che si innalzano verso il cielo”
stiamo parlando di due montagne particolari il Fitz Roy ed il Cerro Torre
guglie aguzze di granito che per la loro forma non consentono alla neve di
depositarsi, mostrandosi quindi nude ai turisti e soprattutto agli scalatori.
Sul Cerro Torre sono state scritte dagli italiani diverse contrastate pagine della storia
dell’alpinismo.
per quanto ci riguarda, molto più semplicemente ci siamo limitati a quanto consentito dalle nostre capacità: una bella escursione per raggiungere il tranquillo laghetto Laguna Capri nel quale si specchiava, tra alberi e cieli puliti, il Fitz Roy...
per quanto ci riguarda, molto più semplicemente ci siamo limitati a quanto consentito dalle nostre capacità: una bella escursione per raggiungere il tranquillo laghetto Laguna Capri nel quale si specchiava, tra alberi e cieli puliti, il Fitz Roy...
Verso la terra del fuego
Per
arrivare alla Fin del Mundo percorriamo
in auto (ci consente di essere più liberi di osservare e godere dello
spettacolo che la natura offre) la famigerata argentina Ruta Nacional 40, quasi
completamente desertica e poco praticata, dove lo sguardo spazia a 360 gradi (e forse più) e, in territorio cileno, la Ruta 9
passando per Puerto Natales
fino a Punta Arenas,
antico ed importante porto sullo Strettodi Magellano dove facevano sosta le navi che dall’Atlantico erano dirette alla costa occidentale delle Americhe prima dell’apertura del canale di Panama nel 1914.
Dopo aver attraversato in traghetto (solo poche auto tra diecine di Tir) lo stretto di Magellano con una certa emozione (come hanno fatto con gusci di legno su queste onde cos' alte?
Loro si che sono stati intrepidi!) sia ricordando l’impresa del navigatore portoghese raccontate da Pigafetta, che tenendo conto che qui se cruza il suo Primero Giro del Mundo con il nostro Around the World.
completamente desertica e poco praticata, dove lo sguardo spazia a 360 gradi (e forse più) e, in territorio cileno, la Ruta 9
passando per Puerto Natales
fino a Punta Arenas,
antico ed importante porto sullo Strettodi Magellano dove facevano sosta le navi che dall’Atlantico erano dirette alla costa occidentale delle Americhe prima dell’apertura del canale di Panama nel 1914.
Dopo aver attraversato in traghetto (solo poche auto tra diecine di Tir) lo stretto di Magellano con una certa emozione (come hanno fatto con gusci di legno su queste onde cos' alte?
Loro si che sono stati intrepidi!) sia ricordando l’impresa del navigatore portoghese raccontate da Pigafetta, che tenendo conto che qui se cruza il suo Primero Giro del Mundo con il nostro Around the World.
Una volta traghettati imbocchiamo
la altrettanta famosa argentina Ruta 3 della fin
del mundo; la strada per oltre 100 Km non è asfaltata, piena di buche, polvere, vento e.... desolazione; il tutto ci permette di vivere un'esperienza indimenticabile per emozioni, preoccupazioni, visioni, fotografie, riflessioni.. e poi?
che altro potrebbe succedere? "Potrebbe esser peggio, potrebbe piovere!" afferma Igor nel film Frankstein Junior... ed infatti ecco la pioggia ad accrescere le nostre emozioni e quindi la nostra gioia!!!
E poi avanti verso Ushuaia, autentica regina della Fin del Mundo
che altro potrebbe succedere? "Potrebbe esser peggio, potrebbe piovere!" afferma Igor nel film Frankstein Junior... ed infatti ecco la pioggia ad accrescere le nostre emozioni e quindi la nostra gioia!!!
E poi avanti verso Ushuaia, autentica regina della Fin del Mundo
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