Ogni
giorno che trascorre è simile a ieri, ma poi…è diverso…
Un
viaggio, qualunque e dovunque tu lo faccia, sembra che abbia le stesse
caratteristiche: ti svegli (spesso molto presto, indipendentemente dall’ora in
cui ti sei coricato), ti vesti, se ti va bene, fai colazione, e poi svolgi un’attività
di trasferimento, visita a qualcosa di interessante, iniziando quella
meravigliosa fatica che è conoscere
cose nuove… fai foto, parla (comunichi) con le persone che incontri a partire dal sorriso che ti apre tante porte... e delle volte, in paesi a lingua inglese, ti capita di usare espressioni in lingua spagnola, e in paesi di lingua spagnola, adoperi, en passant, espressioni di lingua inglese...
Le
preoccupazioni sono sempre le stesse: paura di dimenticare qualcosa in albergo;
di perder l’aereo, il bus o treno; di non farcela con i soldi; di non riuscire
a trovare lo sportello bancomat funzionante, capace di farti prelevare denaro
liquido (perché non in tutti i paesi del mondo paghi facilmente con la carta di
credito come se fossi a Times Square
o a Piccadilly);
paura di essere
derubato, di perdere il passaporto, di esaurire il credito della Carta di
credito… ed allora si innesta un circolo vizioso….. e poi le preoccupazioni (o
paure?) ancestrali: di non riuscire a terminare il viaggio per incidenti,
cadute, malattie, aggressioni; e, naturalmente, ma solo per brevissimi momenti,
la paura di un incidente aereo, di quando in un semplice istante tutto può
finire in un attimo…con una leggerissima punta di gusto (?) nell’assaporare in una frazione di
secondo tutto il gusto della vita che
se ne va, unita ad una sensazione di pace (eterna?).
Poi
quando il Sole è alto e/o l’aereo atterrando si ferma, tutto svanisce e ti
dedichi alle cose da fare, apprezzi il nuovo e ricordi il giorno di ieri,
pensando al domani… e, avanti, verso nuove sensazion!!
Uno
dei “viaggi” storici è stato senz’altro El
Camino de Santiago, a piedi con lo zaino sulle spalle (come si dice, back packers), 33 giorni, uno di
seguito all’altro, sempre uguale ma sempre diverso, nel quale forse per la
prima volta in modo consapevole, ti rendi conto che una viaggio così particolare,
lunga, faticosa, ma bellissima ed interessantissima esperienza, non è altro (si fa per
dire) che la sommatoria di tante piccole unità che hanno senz’altro sforzo e
stanchezza di ogni singolo giorno ma che sono fattibili, realizzabili giorno per giorno… ed il
tuo quasi unico merito diventa allora semplicemente quello di avere la
costanza di sommare giorno a giorno,
e…
“…e fu sera e poi mattino, un altro
giorno….” e poi avanti verso la meta. ("seconda stella a destra, questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino..."
Quello
che forse si vede dal di fuori (capita anche a noi) e che forse fa temere un pò, è la totalità, il fatto complessivo che visto da lontano
appare più difficile, complicato rispetto a quanto lo si verifica poi nella realta che vivi…e allora ! forza! zaino in spalla!!!
E
così la giornata trascorre, facendoti acquisire un ulteriore bagaglio di conoscenza e ti
senti più ricco dentro, ti senti più libero e sei contento, anche se avresti voluto
fare altre cose, ma va bene lo stesso, alcune le farai domani, altre non le farai
più, altre ancora…. ripensi ai tuoi,,, ti chiedi coasa stanno facendo E poi provi a scrivere qualcosa sul blog, controlli le
e.mail, rivedi le cose da fare domani, non dimentichiamoci di comprare i francobolli,…. E così si poi
si fa sera, e … poi mattina…. un altro giorno.
Quando rinunci a qualcosa (p.e. Machu Pichu, e non solo) al momento ti sembra un prezzo alto da pagare, ed è certamente così, ma poi tutto si relativizza, ... ed è anche giusto che sia così!
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