E fu
sera e poi mattina…. un altro giorno..
Il
padreterno, step by step, giorno dopo
giorno, edificò il Mondo e vide che ciò che aveva fatto era buono…. compresi
gli esseri umani cui destinò i diversi territori sparsi su tutta la terra ed in
base a suoi criteri stabilì la loro disposizione; qui i rossi, lì i bianchi,
qua i gialli, i mulatti, i neri, e così via ….
Poi
arrivò l’uomo bianco, quello con “ la
lingua biforcuta” e furono i vari Cortez, Pizzarro, Custer, Aguirre, etc..
ed i nativi, gli aborigeni di tutte le latitudini e longitudini non ebbero più pace…
Per
quanto riguarda l’Australia la
Storia è simile a tante altre zone… prima gli “scopritori” si
avvicinarono con attenzione e circospezione, poi con interesse, poi con intenzioni
di ….
E
così gli ab-origini furono disarcionati, contrastati… e messi da parte in una
sorta di “riserve” per “preservarne” la loro identità… la Storia è simile nelle
praterie del Nord America, come sulle montagne Andine, nel SudAfrica, in
Palestina e qui nella terra dei canguri (qui chiamati wallibies).
Addirittura
dopo lotte gli aborigeni hanno riaffermato la loro titolarità soprattutto sui
territori “sacri” come nella zona centrale semidesertica di Uluru. Qui hanno
“riottenuto” dal governo la proprietà del territorio ma hanno poi ceduto al
governo stesso il territorio “in gestione” per organizzare il Parco Nazionale…
ebbene, dei nativi oggi qui quasi nemmeno l’ombra, non sono presenti nemmeno
nei Centri Culturali nei quali dovrebbero/potrebbero esprimersi e raccontare…
ci sono invece pannelli, cimeli, oggetti, foto, ma di loro quasi nessuna
traccia… diversamente da come invece notato negli USA, alla Monument Valley
dove i Navajo gestiscono in proprio
alberghi, centri commerciali, musei…
Solo
a Darwin abbiamo trovato traccia di aborigeni ma solo vicino ai bus facevano
chiasso adulti e bambini e nel bus si sono piazzati autonomamente in fondo ove
poter più comodamente “esprimersi” rumorosamente un po’ come si fa a Napoli
nella metropolitana collinare che va a Scampia.
La
sensazione è che in questa landa così ben organizzata dagli uomini di diverse
etnie che coabitano e coesistono, non c’è stato il porsi seriamente il problema
della integrazione dei nativi, ma solo la loro “sopravvivenza”
In
qualche modo sembra di stare in Palestina dove dei nativi si parla poco (in
quel caso addirittura vengono ignorati, come se non esistessero) ma anche qui
sembra funzioni un po’ così…
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